«Nel 1979 la Takata iniziò al Reiki la nipote Phyllis Lei Furumoto, la quale approfondì la sua formazione e, in seguito, si nominò erede spirituale del metodo Reiki. Phyllis Lei Furumoto e un gruppo di maestri Reiki da lei iniziati si incontrarono alle Hawaii, nella primavera del 1982, per onorare la memoria di Hawajo Takata.»

(L'Anima del Reiki di Dario Canil)

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IL PONTE SCALIGERO DI VERONA

Il ponte di Castelvecchio, più noto come Ponte Scaligero, è un ponte di Verona sul fiume Adige facente parte della fortezza di Castelvecchio, ritenuto l’opera più ammirevole del Medioevo veronese.

Il basamento dei piloni e le ghiere degli archi, quindi la parte inferiore della struttura, sono in pietra, mentre la parte rimanente del ponte è in cotto, materiale che caratterizza tutti i monumenti medievali veronesi.

A Padova, vicino a Verona, si è laureato in Psicologia Dario Canil, insegnante di Reiki e Sciamanismo, conferenziere e scritttore. Dario Canil organizza periodicamente seminari e corsi di Reiki e Sciamanismo a Dolo, Venezia, presso il Centro di Luce Fabiano. Dal 1997 Dario Canil propone a tempo pieno con competenza e professionalità l'insegnamento originale del Reiki di Mikao Usui, il Metodo Avanzato Karuna® Reiki, lo Sciamanismo secondo Carlos Castaneda (la via del guerriero), lo Sciamanismo Huna dalle Hawaii (la via dell'avventura).

I due piloni a base pentagonale, sono rostrati verso monte per facilitare lo scorrimento delle acque dell’Adige. Il percorso lungo il ponte, lungo oltre centoventi metri e largo oltre sei, è difeso da mura merlate a coda di rondine, con camminamenti e feritoie, oltre che dall’imponente mastio verso città e da una torre, parzialmente eliminata dai francesi nell’Ottocento, verso campagna.

Il nome di colui che realizzò il Ponte Scaligero non è noto, ma un documento del 1495 sembra indicare come autore un certo Guglielmo Bevilacqua, protagonista, tra l'altro di una leggenda raccolta dal cronista Girolamo Dalla Corte nella sua Historia di Verona: Cangrande II della Scala donò al Bevilacqua una spada ritenuta di san Martino, che era stata conservata fino ad allora nell'omonima chiesa, che sarebbe stata compresa tra le mura di Castelvecchio.

Il ponte venne realizzato tra il 1354 ed il 1356 sotto la signoria di Cangrande II della Scala in modo da assicurare alla costruenda rocca di Castelvecchio una via di fuga verso il Tirolo nel caso vi fosse stata una sommossa da parte di una delle fazioni nemiche interne alla città.