il maestro bao lan
7° DANG INTERNAZIONALE
La Via dei Maestri: BIOGRAFIA DEL MAESTRO BAO LAN (Tratto da AbChi, anno 1 n. 2, dicembre 2006)
Il Maestro Bao Lan nasce a Quan
Tri, in Vietnam, il 5 marzo 1954, discendente dell’undicesimo
figlio dell’ultimo Imperatore Vietnamita Bao
Dai. Questa discendenza dà a Bao Lan
l’amore per la letteratura e la poesia, infatti il
suo antenato era noto per la grande bravura di poeta, tanto
che lo paragonavano ai letterati della Dinastia Cinese Yang.
Sicuramente l’amore per le Arti Marziali gli viene dal nonno materno,
grande generale che combattè i francesi durante la loro dominazione dell’Indocina. La
mamma di Bao Lan se lo ricorda mentre allenava le sue truppe, alla luce della luna, con i bambù.
Quando però, i francesi fecero irruzione nel villaggio catturarono e fucilarono il generale come
capo villaggio ribelle. Per questo la mamma di Bao Lan non ha mai incoraggiato i figli a praticare arti
marziali. Anzi!
Per un po’ li ha tenuti tranquilli mandandoli nei monasteri, ma la
cosa non è durata. Il fratello di Bao Lan ha resistito 3 mesi, Bao Lan stesso, addirittura sei!
All’età di 8 anni si iscrive di nascosto a un corso di
Taekwondo. La mamma non vuole perché pensa che il figlio abbia un carattere troppo agitato
e teme che la pratica delle arti marziali accentui questo aspetto.
Allora Bao Lan presenta il certificato di nascita del fratello maggiore e si
iscrive pensando: “Intanto vado, poi, quando sarò avanti nel corso, prenderanno atto e mi
lasceranno continuare…” E’ vero che torna a casa con le nocche spellate ma alla fine
la mamma vede che praticare non accentua il carattere agitato, anzi, al contrario, per cui lo fa continuare.
Come molti bambini di costituzione minuta la speranza di Bao Lan era che
l’arte marziale lo aiutasse a contrastare gli attacchi dei più grandi; in realtà non era
così e continuava a prenderle. Allora provò anche ad iscriversi a Judo, dove però
le cose non cambiarono un granchè.
A questo proposito racconta che andò a chiedere al maestro di Judo: “Maestro, ma se è
vero che il Judo è la Via della Cedevolezza, perché il piccolo non riesce a battere il più
grande?” Il maestro rispose: “E’ vero, il piccolo può battere il grande, solo se il
grande non conosce anche lui lo Judo!”
L’incontro con il Viet Vo Dao avviene quando
la scuola promuove i corsi come attività scolastica. Si iscrive e inizia a praticare Viet Vo Dao
a scuola e ad allenarsi al Taekwondo di pomeriggio, non a casa ma nella caserma dove il padre era comandante,
con i soldati che ovviamente si allenavano privilegiando l’autodifesa alla pratica delle forme, per cui
prende la cintura nera dopo solo 2 anni.
In Italia Bao Lan arriva per caso. Dopo aver preso la maturità
scientifica, ottiene la borsa di studio per andare all’estero. Aveva una cugina negli
Stati Uniti che si stava interessando per spedirgli i certificati necessari per andare in America,
ma i documenti non arrivavano e nel frattempo scadeva il termine per la chiamata alle armi. Era
urgente trovare un Paese straniero in cui andare a studiare per cui si mise in cerca di
un’alternativa e facendo avanti e indietro lungo la strada delle ambasciate di Saigon,
si fermò davanti ad una bandiera tricolore che lo ispirava: non era quello francese, ma era
il tricolore italiano ed entrò a chiedere informazioni. Lo accolsero benissimo perché
non molti chiedevano il visto per l’Italia e in pochi giorni poté partire. Dopo tre
mesi che era in Italia arrivarono i documenti per gli Stati Uniti, ma ormai si era innamorato del
nostro Paese e decise di restare.
L’Italia gli piaceva moltissimo. L’unico difetto era che non
erano diffuse le arti marziali. In effetti aveva promesso alla mamma che non avrebbe insegnato il
Viet Vo Dao e infatti aveva lasciato tutto a casa: kimono, tessere ecc. e si allenava nel cortile
per conto suo pensando: “rimango 4 anni all’estero, poi torno e ricomincio”.
Giocava a calcio con una squadra giovanile a Santa Giustina e un
giorno, alla mensa Fusinato dove si trovavano a pranzare nasce una rissa tra un gruppo di ragazzi
anch’essi stranieri e uno dei suoi amici vietnamiti. Bao Lan esce per calmare gli animi, ma
si ritrova coinvolto anche lui e allora si difende e ha la meglio. I suoi amici vedendo quella serie
di calci in volo, colpi e parate lo convincono ad iniziare ad allenarli. Il Parroco di S. Giustina dà
loro l’uso di una cantina e così iniziano le lezioni. Al principio sono in 8-10 ma poi gli
allievi aumentano, chi porta un amico, chi porta la fidanzata e decidono di cercare una vera palestra.
Per un anno e mezzo Bao Lan insegna il Taekwondo fino a che un amico gli fa
leggere un articolo di una rivista di karate dove si invitavano i praticanti di Viet Vo Dao a mettersi in
contatto con la Federazione Francese, guidata dal Maestro Phan Hoang, unica abilitata in Europa a
diffondere l’arte marziale vietnamita. Bao Lan scrive a Phan Hoang esprimendo il desiderio di diventare
suo allievo ed è accettato. Era il 1975 quando Bao Lan incontra Phan Hoang e quelli che poi sono
diventati Maestri insieme a lui: Nguyen Van Viet, Nguyen Thien Chinh, TranVietTung.
L’incontro con il Viet Tai Chi. Bao Lan ha sempre guardato
con interesse gli altri stili delle arti marziali. Quando era giovane vedeva il Tai Chi come troppo lento ma
col passare degli anni e grazie al Maestro Phan Hoang ha potuto apprezzare anche gli stili interni.
Quando nel 1990 il M° Phan Hoang chiama i suoi allievi per uno stage
in Canada, tutti vanno pensando di praticare Viet Vo Dao ed invece quello era lo stage di presentazione del
Viet Tai Chi. Si ritrovano a meditare e fare esercizi di respirazione per ore. Se fosse stato solo per lui non
avrebbe iniziato ma la fiducia nel proprio Maestro e la dedizione ai suoi
insegnamenti erano tali per cui ha provato; gli è piaciuto ecosì ha iniziato.
Il M° Bao Lan ha portato il Viet Tai Chi in italia, cominciando ad insegnarlo ad allievi di
Viet Vo Dao e la cosa ha avuto subito grande successo. Nello stesso anno va in Vietnam e conosce una
grande maestra di Tai Chi: la Maestra Man Nhi che
ancora di più lo appassiona al Viet Tai Chi. Evidentemente
era il momento giusto, e Bao Lan godeva della giusta maturità
per apprezzare e capire il valore di questa occasione.
I viaggi in Vietnam. Fedele al suo “Vo Danh”
(nome d'arte), che è Kim Long (Drago D'Oro), sinonimo di nobiltà,
forza ed elevazione, il Maestro Bao Lan ogni anno torna in patria per continuare lo studio delle
Arti Marziali Tradizionali, del combattimento e della medicina tradizionale. Quando ha ricominciato
ad andare in Vietnam, per molti anni il M° Bao Lan ha tentato di riscoprire un paese che era
diventato un mistero. Dopo tanti cambiamenti, tutto era diverso, dalle scuole alla vita quotidiana.
Anche l’insegnamento delle arti marziali è cambiato: ora le scuole non sono più
nascoste in un cortile ma sono in piazza. In ogni parco ad ogni angolo c’è un Maestro
che insegna uno stile. C’è però un ostacolo per chi veniva dall’occidente
con l’intenzione di imparare dai Maestri vietnamiti. Infatti c’è grande diffidenza
sia nei confronti di Maestri occidentali che dei vietnamiti che ritornano, perché pensano che
in occidente siano superficiali. Quindi è difficile che decidano di insegnare le loro tecniche
segrete. Bao Lan ha impiegato molti anni per riallacciare i rapporti e scavalcare il muro di diffidenza.
Ha conosciuto i più grandi maestri in Vietnam, tra cui la
M° Ho Hao Hue, e ha contatti con la Federazione di Saigon, di Hanoi
ed è ora molto conosciuto e apprezzato, tanto che dal Vietnam i Maestri hanno cominciato
a venire a trovare noi, allievi occidentali e noi sappiamo che siamo ben accetti se decidiamo di
andarli a trovare.
E questo grazie al lavoro paziente e attento del M° Bao Lan.
Attualmente il Maestro Bao Lan è Esperto Internazionale 7°
Dang.
Membro della Federazione Internazionale (Vice Patriarca) e del Consiglio
dei Maestri del Viet Vo Dao; Direttore Tecnico delle regioni Veneto e Lombardia; Presidente onorario
della Federazione Viet-Boxing Italia; Presidente e Direttore Tecnico della Federazione Viet Tai Chi Italia.