la Storia del viet vo dao
Il Viet Vo Dao, “la Via dell’Arte Marziale Vietnamita”,
non è un'Arte Maziale nuova, sorta per rispondere ad un’esigenza di moda e non
è nemmeno l’invenzione di un singolo maestro, ma è piuttosto una sintesi
mirata e in evoluzione dell’opera di un intero popolo che nel corso della propria storia
ha sempre dovuto lottare per la sopravvivenza.
La leggenda riconosce nell’imperatore Hung Vuong I,
fondatore del Vietnam, l'impulso iniziale alla creazione delle arti marziali vietnamite.
Numerosi reperti archeologici testimoniano infatti come esse si siano sviluppate e strutturate
sotto la dinastia Hung Vuong (2879 – 258 a.C.), in parallelo alla filosofia ed alla scienza
medica tradizionale. Sin dall’origine, le scuole o gli stili, non portarono il nome di persone
o famiglie, ma piuttosto i nomi dei villaggi e delle regioni in cui nacquero, come Vo Binh Dinh,
Vo Song Be, Vo Bach Ninh e tanti altri. Questo tra origine dallo spirito vietnamita,
secondo cui le arti marziali dovevano servire la società e non gli interessi di famiglia, di clan,
o di classe sociale.
La storia del Vietnam e del “VO” (arte marziale)
è scandita da alcune date importanti:
PERIODO DELLA FORMAZIONE DELLE TECNICHE (2879 a.C. - 111 a.C.)
Antichi disegni scoperti sulle pareti di grotte situate nel Vietnam
settentrionale ed alcuni reperti rinvenuti nell’area
di Dong Son e di Chapa (Lao Cai) costituiscono
i primi elementi di ricerca sul più probabile periodo
da attribuire alla nascita del Viet Vo Dao. A quell’
epoca l’arte marziale era basata sull’apprendimento
delle tecniche con armi (Vu-Khi o Binh-Khi), quali
l’ascia (Bua Riu), la spada corta (Doan
Dao), la spada (Guom), la lancia (Thuong
o Giao), l’arco (Cung o Cai Giang),
la balestra (No o Cai No), il bastone (Bong
Phap). Numerose leggende riguardanti questo periodo
narrano le gesta di personaggi resi celebri grazie alle
loro armi magiche (come la balestra di An Duong Vuong
che poteva uccidere mille persone per volta!).
Il tamburo bronzeo di NGOC LU (databile tra l’800
ed il 200 a.C.), prezioso reperto archeologico scoperto
quasi per caso nel 1893 e conservato presso il Museo di
Storia Nazionale di Hanoi, attesta, nelle sue incisioni
concentriche, l’esistenza di forme di combattimento
autoctone, esistenza suffragata anche dal ritrovamento presso
la cittadella di Co Loa di numerose frecce risalenti
addirittura al 3° millennio a.C.
PERIODO DELLA FORMAZIONE DELLE TEORIE (111 a.C. - 906 d.C.)
Questa epoca è contrassegnata dall’invasione cinese.
Per meglio resistere al nemico, l’arte marziale come
mezzo di difesa va a completare l’arte militare e
in essa si sviluppano tre distinti piani:
• la Perfezione delle Tecniche.
• la Formazione delle Strategie.
• l' Elaborazione delle Teorie.
- Teoria della superiorità delle tecniche raffrontate
(La teoria DI DOAN THANG TRUONG).
- Teoria della flessibilità contro la forza (La teoria DI NHUOC THANG CUONG).
- Principio della sorpresa (La teoria KY TAP CHIEN PHAP).
- Il segreto delle illusioni (La teoria AO ANH BI PHAP).
- Metodo di evitare senza resistenza (La teoria PHAN
TAN BIEN PHAP).
Queste teorie non offrirono solo dei principi direttivi per l’arte
militare, ma anche e soprattutto diedero all’arte marziale vietnamita nuove e preziose basi
dalle quali nacquero tecniche geniali e ricche, fondamento di quelle praticate ancora oggi.
Nonostante ciò, il controllo cinese sul Vietnam durò circa 1000 anni.
Dieci secoli durante i quali la cultura, i modelli organizzativi, la lingua e la filosofia cinesi
influirono pesantemente sul popolo vietnamita, senza peraltro privarlo della sua originalità.
Organizzato “alla cinese”, il “Nam Viet” lottò strenuamente per
conservare e salvaguardare la propria cultura originaria oltre che le tradizioni marziali, che si
perpetuarono clandestinamente come insegnamento segreto.
PERIODO DELLO SVILUPPO (906 - 1009)
Durante questo periodo, con la conquista dell’unità
nazionale, l’Arte Marziale Vietnamita prende il sopravvento sull’arte militare.
I Re Ngo Quyen e Dinh Bo Linh illustri maestri dell’arte marziale e
teorici della guerra applicarono largamente l’Arte Marziale Vietnamita nell’organizzazione
e nell’addestramento dell’esercito e resero possibile l’unità nazionale (
938 d.C.), con la fondazione del Paese definito “Dai Viet”.
PERIODO DI PERFEZIONAMENTO DELLE TECNICHE E DELLA DIFFUSIONE
(1010 - 1527)
Durante questo periodo le tecniche raggiunsero i livelli più
elevati. Sul piano dello spirito, sotto l’influenza del Buddhismo del Confucianesimo e del
Taoismo, l’Arte Marziale vietnamita sviluppò una base filosofica sempre più
ricca e solida. Con l’indipendenza del Paese essa divenne un’Arte della Vita
mirante all’elevazione del valore dell’essere umano.
Sotto la dinastia dei Ly (1010 - 1225), tutti i mandarini
ed i funzionari avevano l’obbligo praticare l’arte marziale. Per dare il buon esempio
si allenavano anche le dame di corte, ma fu con la dinastia dei Tran (1225
- 1400) che prese vita il GIANG VO DUONG (Accademia
delle Arti Marziali). Tale accademia, sita nella città
di Thang Long (l’attuale Hanoi),
preparava maestri ed insegnanti, ai quali veniva conferito
il titolo di “Dottore in Scienze Militari”.
Ogni candidato doveva superare 11 esami in un periodo di
tempo che andava dai tre ai cinque anni. Ovviamente l’arte
marziale era insegnata anche nelle scuole “di famiglia”
e nei templi buddhisti.
Al tempo l’insieme delle arti marziali era conosciuto
come Vo Thuat (tecniche di combattimento corpo a corpo) o Viet Vo Dao (La Via dell’Arte Marziale del Popolo Vietnamita). Questa fu la vera età
dell’oro per le arti marziali vietnamite.
Nel giorno della Festa di Metà Autunno del 1284, il generale
Tran Hung Dao (1213-1300) invitò tutti dirigenti delle scuole di arti marziali
vietnamite ad una imponente riunione per renderli partecipi della incombente
minaccia di invasione dei Mongoli e chiese loro di condividere
tutte le diverse tecniche (di combattimento praticate. In
seguito a questo storico evento, per la prima volta il corpus
delle tecniche fu reso noto e codificato. Lo spirito di
unione nazionale rese possibile la celebre vittoria del
popolo vietnamita sugli invasori per tre volte: nel 1284,
nel 1285 e nel 1287 (salvando in tal modo il Giappone da
una seconda invasione delle truppe di Kublai Khan).
La maggior parte dei testi antichi riguardanti l’arte
marziale vietnamita e riportanti le tecniche codificate,
risalgono a questa epoca. Il libro ritenuto certamente più
prezioso è quello di Tran Quang Khai Chieu Minh
Dai Vuong (1241-1294), intitolato “Linh Nam
Vo Kinh” (l’Arte Marziale Vietnamita),
che costituisce il documento storico necessario per comprendere
tutti i fondamenti del “Vo”, davvero molto differenti
dalle altre discipline straniere.
Dal 1414 al 1427 d.C. il Vietnam subì la più terribile
dominazione cinese, quella della dinastia MING, che tentò con ogni mezzo di soffocare
il popolo Viet. Tutti i libri vietnamiti furono confiscati, i migliori spediti in Cina
ed i rimanenti bruciati per annientare completamente la
civiltà del Vietnam. Questo periodo di oppressione
ebbe gravi conseguenze sull’arte marziale. I maestri
depositari dei segreti vennero perseguitati e molti assassinati,
portando con sé le loro preziose conoscenze.
Di fronte a questa terribile repressione il “Viet Vo
Dao” più che mai divenne l’Arte del Popolo,
lo strumento contro gli aggressori, a differenza di altre
discipline che in origine furono mezzi di dominazione nelle
mani dei nobili, per salvaguardarne le ricchezze, o in mano
ai monaci, per difendere la religione e fare proseliti.
L’arte marziale fu uno strumento di educazione, insegnando
all’uomo a resistere anche nelle circostanze più
difficili e nelle più ristrette condizioni materiali.
Lo spirito del “Vo” donò al suo popolo,
nel corso di queste dure prove, la capacità e la perseveranza necessarie per
giungere nel 1427 alla gloriosa conquista dell’indipendenza grazie al re Le Loi
ed ai suoi partigiani, formati presso la scuola Lam-Son. Arrivato al potere, Le
Loi riorganizzò il Paese, istituendo dei concorsi
letterari per reclutare i quadri della nuova amministrazione
e favorendo lo sviluppo delle arti marziali in tutti gli
strati della popolazione. Egli organizzò degli esami
di “Vo” (Minh Kinh Khao) al fine di
selezionare i migliori elementi per la nuova guardia imperiale
e stimolò (sotto l’influsso dello scrittore
Nguyen Trai) la nascita di una pratica marziale
strettamente legata all’acquisizione ed allo sviluppo
di conoscenze intellettuali e filosofiche.
PERIODO DELLA DIVISIONE (1527 - 1802)
Questo periodo segna le divisioni del paese e le lotte per il predominio
tra i vari Signori. Gli antagonismi fecero si che il Viet
Vo Dao si dividesse e cristallizzasse in diverse scuole,
pertanto ogni scuola non rappresentò che un particolare
aspetto del Viet Vo Dao. In seguito i discepoli di ogni
scuola si credettero i soli detentori del Viet Vo Dao e
altri confusero il fondatore della loro scuola con il creatore
delle tecniche. Fortunatamente, al di fuori di ogni conflitto,
vi furono i veri Maestri che costituirono il corpo dei saggi,
che assicurarono la trasmissione delle conoscenze millenarie.
La figura simbolo di questi maestri durante questo turbolento
periodo fu certamente La Son Phu Tu. Egli possedeva,
oltre alla conoscenze delle Arti Marziali e Militari, prodigiose
conoscenze di matematica e di scienze tradizionali. Condusse
una vita molto semplice e ritirata, in montagna, ma i suoi
discepoli furono dei grandi personaggi della storia del
Vietnam di quest’epoca, tanto che l’Imperatore
Quang Trung lo considerò come suo Maestro.
PERIODO DELLA DECADENZA (1802 - 1945)
Questo periodo segna la dinastia degli Nguyen e
la colonizzazione francese. All’inizio del secolo, la potenza industriale
accecò il Vietnam al punto da fargli perdere la memoria
delle proprie tradizioni e la sua fiducia nei valori umani.
Di fronte alle armi moderne l’Arte Marziale si rivelò
sorpassata sul piano dell’arte militare e la diffusione
di questo infelice pregiudizio la condusse molto velocemente
alla decadenza. Sotto la colonizzazione francese (1863 -
1945), l’Arte Marziale Vietnamita, messa al bando,
decadde al punto che la maggior parte dei giovani ne ignorava
l’esistenza reale, confondendola con la fantasia delle
immaginarie gesta descritte nei romanzi cinesi, molto conosciuti.
Fortunatamente, l’allenamento del Viet Vo Dao continuò
nella clandestinità e in grande segreto, ma la conseguenza
fu che gli allievi non conobbero altro che la loro scuola
e le tecniche furono talvolta deformate e diversificate
da una scuola all’altra.
LA RINASCITA (1938 - OGGI)
Iniziò nel 1938 con la costituzione di movimenti
nazionali miranti alla lotta contro il colonialismo francese e l’invasione
giapponese. Dopo il 1945, al Nord, al Centro e al Sud del
Vietnam si formarono diversi gruppi di arti marziali. Nel
Vietnam settentrionale si costituirono i metodi tradizionali
Nam Hong Son, Vo Vinam (stile fondato
dal Maestro Nguyen Loc, figura chiave nello sviluppo
del Viet Vo Dao), Vo Tong Hop. Al centro i metodi
della regione di Binh Dinh (Vo Binh Dinh),
al Sud Vo That Son, Vo Thieu Lam, Vo
Lam Son, etc. ed i metodi cino-vietnamiti.
In seguito al trattato di Ginevra del 20 luglio
1954 ed alla divisione del Vietnam in Nord e Sud, le arti marziali dovettero
riorganizzarsi, malgrado le difficoltà materiali
causate dalla guerra. Alla riunificazione del Paese, nel
1975, pur tra mille problemi, le scuole tradizionali ripresero
progressivamente la loro attività, sino alla riunificazione
nelle due più importanti federazioni Lien Doan
Vo Thuat Co Truyen Viet Nam e Vovinam Viet Vo Dao.
IL VIET VO DAO OGGI
Il termine Viet Vo Dao, così
come Karate o Kung Fu, è una sorta di nome-contenitore
all’interno del quale sono compresi numerosissimi stili di arti marziali
(oltre 60 nel solo Vietnam meridionale!), anche molto diversi tra loro.
È corretto sottolineare che in Vietnam, “Viet Vo Dao”
indica in genere lo stile Vovinam (praticato con un vo-phuc o kimono di colore azzurro),
mentre le arti marziali autoctone sono conosciute nella loro globalità soprattutto
con il nome “Vo Co Truyen Viet Nam”
arti marziali antiche e tradizionali del Vietnam), “Vo
Thuat” (tecniche di combattimento), o ancora “Vo Dan Toc”
(l’arte marziale nazionale), nomi evidentemente poco riproponibili in occidente.
Dunque come si affermò il nome Viet Vo Dao in Europa?
L’appellativo Viet Vo Dao comparve nel 1973 con il
primo tentativo di unificazione amministrativa e giuridica delle Arti Marziali
vietnamite in Francia. Il 3 novembre 1973 venne fondata
la Federazione Francese di Viet Vo Dao, poi evoluta nell'INTERNATIONAL
VIET VO DAO ad opera dei maestri Nguyen Dan Phu (Decano del Consiglio dei Maestri),
Bui Van Thinh, Nguyen Trung Hoa, Hoang Nam,
Tasteyre Tran Phuoc, Phan Hoang (Presidente),
Pham Xuan Tong (Direttore Tecnico Internazionale,
poi Fondatore del metodo Qwan Ki Do), Tran Minh Long.
L’articolo 1, titolo 1°, dello Statuto francese del
1973 precisava: “Il Viet Vo Dao è definito come l’insieme
delle arti marziali e dei metodi di cultura del corpo di
origine vietnamita, praticati con un fine educativo, tanto
fisico che morale”.
In Italia i primi maestri che si unirono alla federazione del
M.° Phan Hoang furono: Nguyen Van Viet (Roma),
Bao Lan (Padova), Nguyen Thien Chinh (Torino),
Tran Ngoc Dinh (Milano, poi fondatore della Scuola
Viet Anh Mon), Ngo Quoc Viet (Milano).