L'EFFETTO FARFALLA |
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L'EFFETTO FARFALLA
Una farfalla, sbattendo le ali in America, potrebbe provocare un ciclone in Asia. “L’effetto farfalla può essere fatto derivare dalla fluidodinamica, cioè la parte della fisica che studia i fluidi. A priori si riesce a dare una previsione sull’evoluzione temporale di un sistema fisico nel caso di un sistema Newtoniano, tramite la meccanica classica, e nel caso di un sistema microscopico, con l’uso della meccanica quantistica. Tra questi due sistemi c’è un terzo tipo di sistema costituito da particelle che hanno una loro identità, ma che a loro volta possono essere descritte come un tutt’uno: ad esempio l’acqua, costituita da molecole, ma che viene descritta come un fluido. Questi tipi di sistemi difficilmente possono essere descritti a priori e le leggi che li riguardano sono state formulate dopo svariati esperimenti: quindi sono leggi empiriche. L’imprevedibilità del sistema, porta alla conseguenza che variando di pochissimo le condizioni iniziali, il sistema potrà evolvere in maniera totalmente inaspettata. Allora si può pensare che se una farfalla sbattesse le ali in america, questo potrebbe provocare un ciclone in asia. Nell’elettromagnetismo, le leggi si conoscono esattamente e quindi si può prevedere l’evoluzione del sistema e succede proprio che quando una particella carica si muove nello spazio, questo spostamento genera un cambiamento nel campo elettromagnetico che si sviluppa all’infinito. La situazione è un po’ diversa, data la possibilità di prevedere cosa accadrà, ma rende bene l’idea della causalità di un’azione e le sue conseguenze anche a distanze estremamente grandi.” Luca Merlo - fisico |
L'EFFETTO FARFALLA - © Marcello Guidotti, 2001 Cassio:
“Quanti secoli venturi vedranno rappresentata “Il 29 dicembre 1979, il fisico Edward Lorenz presentò alla Conferenza annuale della American Association for the Advancement of Science, una relazione in cui ipotizzava come il battito delle ali di una farfalla in Brasile, a seguito di una catena di eventi, potesse provocare una tromba d’aria nel Texas. L’insolita quanto suggestiva relazione, diede il nome al cosiddetto butterfly effect, effetto farfalla. Ma cosa c’entra il battito d’ali
di una farfalla? Beh, come si dice: "date a Cesare
quel che è di Cesare!" «Lo spostamento di un singolo elettrone per un miliardesimo di centimetro, a un momento dato, potrebbe significare la differenza tra due avvenimenti molto diversi, come l'uccisione di un uomo un anno dopo, a causa di una valanga, o la sua salvezza» Tuttavia, "l'effetto farfalla" raggiunse il grosso pubblico grazie ad un racconto che Ray Bradbury propose nel 1952... (...) E quello, - disse - è il Sentiero che la Time Safari ha preparato per voi. E' di metallo antigravità, e sta sospeso a venti centimetri da terra, senza toccare né un fiore né un albero né un solo filo d'erba. Il suo scopo è di impedirvi di toccare in qualsiasi modo questo mondo del passato. (...) Gestire una macchina del tempo è una faccenda complicata. Uccidendo un animale, un uccellino, uno scarafaggio o anche un fiore, potremmo senza saperlo distruggere una fase importante di una specie in via di evoluzione. (...) Supponiamo di uccidere un topolino qui. Ciò significa che tutte le future famiglie di questo particolare topolino non potrebbero più esistere (...). Per ogni dieci topolini che non ci sono, muore una volpe. Se mancano dieci volpi, un leone muore di fame. Se manca un leone, innumerevoli insetti, avvoltoi, quantità infinite di forme di vita piombano nel caos e nella distruzione. (...) A Sound of Thunder. (Traduzione di Stefano Negrini Editori Riuniti, 1985)
Queste osservazioni hanno portato allo
sviluppo della Teoria del Caos che pone limiti definiti
alla prevedibilità dell'evoluzione di sistemi complessi non lineari.
Nei sistemi lineari, una piccola variazione nello stato iniziale di
un sistema (fisico, chimico, biologico, economico) provoca una variazione
corripondentemente piccola nel suo stato finale: per esempio, colpendo
leggermente più forte una palla da biliardo, questa andrà
più lontano. Al contrario, sono non lineari le situazioni di
un sistema in cui piccole differenze nelle condizioni iniziali producono
differenze non prevedibili nel comportamento successivo. E' impossibile prevedere il comportamento che un sistema caotico avrà dopo un intervallo di tempo anche piuttosto breve. Infatti, per calcolare il comportamento futuro del sistema, anche se descritto da un'equazione molto semplice, è necessario inserire i valori delle condizioni iniziali. D'altra parte, nel caso di un sistema complesso non lineare, data la grande sensibilità del sistema agli agenti che lo sollecitano, un piccolo errore nella misura delle condizioni iniziali, oppure una modifica apparentemente irrilevante dei dati immessi (ed ovviamente anche il loro successivo arrotondamento durante il calcolo) cresce esponenzialmente con il tempo, producendo un radicale cambiamento dei risultati. Questo significa che i dati relativi alle condizioni iniziali dovrebbero essere misurati con un'accuratezza teoricamente infinita, e ciò é praticamente impossibile. Quanto detto, spiega perché le
previsioni meteorologiche, sebbene decritte con le equazioni deterministiche
della fisica (fluidodinamica e termodinamica) ed elaborate con raffinate
tecniche di calcolo eseguite da super computer, producono risultati
molto approssimativi.
Il computer multiprocessore del Centro
meteorologico europeo (ECMWF - European Center for Medium-range Weather
Forecasts, situato a Reading in Inghilterra) per le previsioni climatiche
a medio termine, esegue fino a 400 milioni di calcoli al secondo, riceve
100 milioni di rilevamenti climatici diversi da tutto il mondo ogni
giorno ed elabora dati in tre ore di lavoro continuo per ottenere una
previsione "valida" per dieci giorni. In realtà, oltre
i 2 o 3 giorni queste previsioni non sono più certe, e perdono
qualsiasi valore oltre i 6 o 7 giorni.
L’effetto farfalla (l'espressione metaforica della Teoria del Caos), in conclusione, sottolinea come nella maggior parte dei sistemi biologici, chimici, fisici, economici e sociali, esistano degli elementi che, apparentemente insignificanti, sono in grado, interagendo fra loro, di propagarsi e amplificarsi provocando effetti catastrofici. Questi elementi, e perché trascurati, e perché imprevedibili, e perché non individuabili, costituiscono il dilemma del nostro secolo giacché, come abbiamo visto, possono condurci a conclusioni errate. Spesso, ad esempio, per spiegare il comportamento di un sistema (la crescita della popolazione, l’eutrofizzazione delle coste marine, le variazioni climatiche, ecc.), si ricorre ad un modello. Un modello è una riproduzione semplificata della realtà, ossia un'astrazione che considera solamente le principali caratteristiche di quello che è il reale oggetto di studio. Tuttavia, un modello, sebbene possa sembrare limitato, in quanto non riproduce completamente la realtà, permette di esaminare gli aspetti piú importanti di un problema. E non è poco: se considerassimo tutti i dettagli di un problema, ottenendo quello che si definisce una simulazione (come quella meteorologica), ci troveremmo ad affrontare un insieme di dati difficilmente correlabili tra loro e quindi la loro analisi ci sarebbe impossibile o di utilità limitata all'analisi di brevi periodi, come appunto per le simulazioni climatiche. La Teoria delle Catastrofi Un uovo scivola dalla mano, cade sul
tavolo e non si rompe. Lo prendete, pero' avete le mani bagnate e vi
scivola nuovamente... questa volta si rompe.
Certo, come abbiamo visto, un modello
non può offrire garanzie di sicurezza assoluta. Ma è comunque
un indispensabile strumento per il progresso della scienza e della tecnologia.
Per convincersene, basta pensare che l’uso di un modello è
del tutto naturale. Ad esempio, quando uscite di casa per recarvi al
lavoro o per una gita, vi formate mentalmente l’idea del percorso
che seguirete, con la sosta per il giornale, per il caffè, per
la benzina, ecc. Ma certo non prendete in considerazione la possibilità
che un condor atterri sul tetto della vostra auto! Tuttavia, un conto è riprodurre, con tutti gli imprevisti e le semplificazioni che esso comporta, un sistema naturale (come ad esempio è stato fatto con l’ambizioso progetto di Biosphere 2), un conto è intervenire su alcuni elementi di un sistema. Accettata l’impossibilità di superare i limiti imposti dalla nostra rappresentazione della realtà, diventa cruciale sostituire gli indugi dettati da una paranoica suggestione da effetto farfalla con l’azione. Abbiamo davanti il problema della sovrappopolazione, dell’inquinamento, dell’effetto serra, ecc. Certo, si può discutere, pianificare, aspettare; ma intanto il tempo passa. E forse, "poi" sarà troppo tardi. Così, per esempio, quando a proposito dell’effetto serra, dissertiamo se l'aumento della temperatura nella biosfera sia legato all'aumento del biossido di carbonio o piuttosto sia il contrario facciamo un uso inappropriato dei modelli climatici: i loro risultati non contemplano il temporeggiamento! C’è un esempio che viene spesso ricordato per visualizzare il drammatico trascorrere del tempo. Supponete di curare un laghetto dove crescono delle ninfea che ogni giorno duplicano sé stesse: se potessero svilupparsi liberamente, coprirebbero completamente il laghetto, poniamo in cinque giorni, soffocando tutte le altre forme di vita presenti nell’acqua. Si può ovviare al problema tagliando le ninfee e controllandone continuamente la crescita, ma prima del quarto giorno, perché allora rimarrà un solo giorno per salvare il laghetto!
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