il rispetto per la vita
PRENDERNE COSCIENZA
La forza del condizionamento «Quando veniamo al mondo il mondo c'è già, ci pre-esiste. Siamo bambini, cuccioli d'uomo, e abbiamo bisogno di tutto e piuttosto a lungo. Dopo circa 6 mesi la maggior parte degli animali è adulto, noi per i primi 7 anni di vita siamo in totale balia del mondo degli adulti chiamati a provvedere ad ogni nostro bisogno. Realmente adulti lo siamo a 18 anni per legge, mentre in pratica per molti si va ben più in là. Il mondo degli adulti - che a suo tempo ha subìto il nostro medesimo percorso - ci dice come stare al mondo, ci fornisce la conoscenza degli elementi del mondo e le regole per muoverci in esso. E' praticamente impossibile opporsi a tale consolidata pratica, chi ci riesce lo fa passando per la clinica psichiatrica. Eccoci dunque immersi in un mondo preconfezionato che funziona entro una complessa rete di regole che piano piano impariamo e a cui ci adattiamo, più o meno docilmente. In questo mondo noi occidentali impariamo la maggior parte delle cose osservando come esse funzionano intorno a noi e mettendoci in gioco, per prove ed errori. Impariamo a mangiare. Lo facciamo semplicemente come tutte le altre cose, ovvero adeguandoci a quel che il contesto offre. Tra i tanti cibi, sin da neonati, sotto forma di omogeneizzati, ci viene propinata la carne e noi la mangiamo. Abbiamo forse scelta, dopo lo svezzamento?»
«NESSUNO CI DICE COSA E' DAVVERO LA CARNE! Coloro che dovrebbero dircelo in fin dei conti hanno subìto lo stesso trattamento: nemmeno loro quand'erano piccoli hanno ricevuto tale informazione. E allora giochiamo con il cagnolino, con il gatto, con il coniglietto, chi abita in campagna con le gallinelle... e lo facciamo con la semplicità, l'entusiasmo, la naturalezza e l'ingenuità che ci sono in quel periodo connaturate. Cena della sera: coniglio in umido; ma nessuno ci racconta che è il fratellino di quello con cui abbiamo giocato tante ore nei giorni precedenti. Del resto a quello vivo proprio non ci assomiglia così spellato, fatto a pezzi, cotto e inzuppato di sugo. Mandiamo giù, tutti ci dicono che è buono, dev'esserlo per forza e se lo diciamo pure noi mamma e papà sembrano più contenti. E passiamo gli anni ingurgitando le forme più varie di "cibo" che gli adulti chiamano carne (carne rossa, carne bianca, pesce) e noi non stabiliamo inizialmente alcuna associazione con gli animali a cui vogliamo tanto bene, quelle creature vive, libere, gioiose che si rotolano per terra insieme a noi, meravigliosi compagni di gioco. A un certo punto crescendo facciamo quell'associazione... quel "cibo" e gli animali sono la stessa cosa, ma noi non ne siamo particolarmente colpiti, perché la società ci ha tolto dalla vista tutti i passaggi cruenti che necessariamente intercorrono tra l'animale vivo e la pietanza nel piato. E' un'associazione dunque incompleta, un qualche cosa che passa indisturbato la nostra facoltà vigile e critica, del resto abbiamo sempre fatto così e tutti fanno così... e gli anni che passano ci affossano nella terribile trappola dell'abitudine.»
L'Inerzia dell'Abitudine «Noi esseri umani siamo maestri incomparabili nell'arte di creare abitudini... riusciamo ad abituarci praticamente a qualunque cosa, persino un certo grado di dolore fisico, il suono fastidioso delle campane la domenica, fino a non sentirle più, i comportamenti autolesionistici più disparati. Ci muoviamo con apparente disinvoltura nei labirinti dei nostri schemi comportamentali, la maggior parte dei quali assolutamente inconsci. Ebbene sì, una quota consistente di tutta la nostra esistenza è governata da forze e impulsi psichici capaci di sfuggire all'attenzione cosciente e di farci passare senza controllo nella maggior parte dei nostri percorsi psichici ed emozionali. La carne assunta sin dalla più tenera infanzia si fa strada in noi, viene accolta come abitudine, anche se nulla della nostra costituzione fisica ci avvicina agli animali carnivori (proprio nulla... dai denti, allo stomaco, agli enzimi, ai succhi gastrici, alla lunghezza dell'intestino!) ne siamo assuefatti, ad essa veniamo via via abituati, non importa quanto sia difficile digerirla (ci siamo abituati a uno stato di depotenziamento), non importa quanto male faccia (ci siamo abituati a sentire che fa bene), non importa quanta crudeltà e morte implichi (ci siamo abituati a un'ottima dissociazione mentale in proposito), non importa quanta devastazione porti all'ecosistema del pianeta terra (ci siamo abituati a non sentire nulla del genere alla TV). Siamo caduti nella trappola inerziale dell'abitudine. E l'abitudine si sa, è tra le cose più dure a morire.»
MA QUI MUOIONO MILIARDI DI ANIMALI, INNOCENTI CREATURE, MESSE NEI NOSTRI PIATTI NON PER REALE BISOGNO, MA PER IL BUSINESS MONDIALE CHE VI GIRA INTORNO E, OSEREI DIRE CON ULTERIORE SDEGNO, PER FARCI DEL MALE. SI' PER AVVELENARCI.ù Sono infatti noti gli effetti della carne sull'uomo, ma non vengono certo diffusi al pubblico via TV: ciò che una volta si chiamava putredine reale (in quanto riservata ai monarchi che si strafogavano di carne) e poi putredine nobiliare, e alfine putredine popolare altro non è che il cancro di oggi, che tocca ormai una persona su tre...Nel difendere il sacro diritto alla vita di ogni essere vivente, è pazzesco e paradossale che siano i vegetariani o i vegani a passare per quelli "strani". Mentre l'assassinio istituzionalizzato da millenni di miliardi di animali è secondo i più cosa del tutto "normale"... FOLLIA! PURA FOLLIA!!! UN MONDO ALLA ROVESCIA!!!
Il bisogno di Coerenza «Forse ogni tanto qualche campanello d’allarme viene scosso: un amico che si ammala, la nostra stessa salute non più così scontata. Occasionalmente nuove, diverse informazioni rispetto a quelle cui siamo abituati sopraggiungono per darci la possibilità di aggiornare i nostri comportamenti e diventare più consapevoli di come viviamo, ma ecco un altro fattore ostacolare la nostra evoluzione. Oogni nuova informazione che la mente registra (per es. “la carne fa male, mangiare vegetariano fa meglio alla salute”) viene confrontata con quelle già a disposizione nella nostra banca-dati: il criterio è la congruenza, vale a dire che tendiamo a preferire quelle informazioni che la mente riconosce come coerenti con le preesistenti, mentre rifiutiamo quelle che mettono in discussione, contraddicendole, quelle su cui si è retta fino a quel momento la nostra identità e il senso di appartenenza al nostro gruppo/comunità di riferimento. Ecco che se in noi è consolidata l’abitudine e la convinzione che mangiare carne è giusto e fa bene, tenderemo a svalutare ogni nuova informazione che sostenga il contrario, quanto meno tenderemo e farlo fino ad un punto di rottura che, per lo più, coincide con un evento di tale portata ed evidenza da non rendere più sostenibile ciò in cui credevamo. Per es., la morte di qualcuno per tumore, o una malattia che ci costringe a cambiare abitudini di vita e a scoprirne tutti i vantaggi.»
La Debolezza della Memoria «Gli esseri umani sono come addormentati dagli innumerevoli aspetti di questo mondo alla rovescia, carnivorismo, banche e signoraggio, economia basata sul debito, messinscena della politica, menzogne dei mass media, disboscamenti feroci, distruzione indiscriminata delle risorse terrestri, avvelenamento dell'aria e dei cibi, etc etc... Qualcuno talvolta si sveglia e si sconnette da questa o da quell'altra illusione di realtà messaci davanti agli occhi di proposito per distrarci e allora prende coscienza, vede con occhi nuovi, con stupore, con la meraviglia e la serietà del bimbo che scopre una verità. Questo è il momento di non indulgere nella debolezza della memoria. Ciò di cui sono cosciente oggi potrei, domani, per sopravvenute nuove distrazioni, dimenticare e perciò precipitare nuovamente nei consolidati schemi di schiavitù percettiva, nell'abitudine, nel condizionamento, nell'oblio. Ho bisogno di rimanere vigile, sveglio, cosciente!»
«Essere o non essere? Questo è il problema», ci diceva William Shakespeare nell'Amleto. Io scelgo di essere e scelgo di vivere libero, insieme ai miai amici animali, creature meravigliose che intendo rispettare. E posso così divenire cosciente che questo rispetto mi porta a sperimentare e vivere l'alimentazione per me - essere vivente progettato all'origine come vegetariano - più naturale possibile, proprio quella che la natura stessa mi ha riservato e che la scienza sta validando come quella più salutare.» (Dario Canil & Silvia Riccamboni)
Disclaimer: tutte le notizie riportate sull'alimentazione vegetariana sono state reperite in rete e sono riportate a titolo esclusivamente informativo, non intendendo in alcun modo sostituirsi a indicazioni di natura medica e/o dietologica.
Indice della Sezione Alimentazione Vegetariana
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